Articolo del 31/05/2023
Oggi, il 31 maggio, in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale contro il fumo, un’iniziativa promossa dall’OMS. L’obiettivo, come ogni anno, è sensibilizzare le persone sui danni provocati dal fumo di sigaretta e dall’esposizione al fumo passivo, oltre a incoraggiare i governi a intraprendere azioni per combattere il tabagismo.
Spesso i pazienti fumatori, nonostante siano consapevoli dei danni causati dal fumo, non sono pronti a prendere coscienza della loro salute polmonare. Anche quando manifestano sintomi come tosse e rinite cronica, che sono diffusi e significativi, tendono a consultare un medico solo quando la patologia è già in uno stadio avanzato.
Approfondiamo l’argomento con il Prof. Maurizi, chirurgo toracico della Sapienza e della Clinica ArsbioMedica.
I danni del fumo e le patologie correlate
Il fumo di sigaretta è un noto fattore di rischio per molti tipi di tumore, tra cui il cancro ai polmoni, alla bocca, alla gola, all’esofago, al pancreas, al colon, alla vescica, alla prostata, al rene, al seno, alle ovaie e alcune forme di leucemia. Le sostanze chimiche tossiche presenti nel fumo possono danneggiare il DNA delle cellule, aumentando così la probabilità di sviluppare mutazioni cancerogene. Inoltre, è la principale causa della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), una malattia polmonare cronica che provoca una progressiva difficoltà nella respirazione. Inoltre, il fumo è un fattore di rischio importante per gli attacchi d’asma e le infezioni respiratorie ricorrenti.
Il tumore al polmone è il primo fattore di rischio
Il fumo rappresenta la causa principale di tumore ai polmoni, sia tra i fumatori attivi che tra coloro esposti al fumo passivo. Anche smettere di fumare, anche dopo molti anni di abitudine, riduce significativamente il rischio.
Il tabagismo danneggia le cellule che rivestono gli alveoli polmonari a causa delle sostanze cancerogene contenute nel fumo, che provocano danni immediati al tessuto polmonare. Inizialmente, l’organismo può tentare di riparare il danno, ma con il tempo, l’esposizione continua al fumo può danneggiare le cellule in modo irreversibile, aumentando il rischio di sviluppare un tumore. Per quanto riguarda i non fumatori o coloro con una limitata esposizione al fumo, le cause che portano alla malattia non sono completamente chiare, ma sono state identificate alcune alterazioni genetiche associate allo sviluppo del tumore.
La diagnosi con la visita di chirurgia toracica
È di vitale importanza analizzare attentamente tutti i segni e i sintomi segnalati dal paziente. In questo contesto, ci riferiamo a una diagnosi basata sull’esame clinico, in cui i dati raccolti devono essere incrociati con quelli ottenuti attraverso test strumentali per valutare in modo obiettivo le funzioni respiratorie. In aggiunta a questa valutazione clinica strumentale, viene eseguita una diagnosi radiologica tramite una TAC torace ad alta risoluzione
La TAC torace nei fumatori
La diagnosi precoce rappresenta l’unica via per intervenire efficacemente sulle patologie polmonari quando si trovano ancora nelle fasi iniziali, permettendo così di somministrare cure tempestive che possono influenzare positivamente l’andamento clinico di questi pazienti.
La necessità di un monitoraggio regolare e costante nei pazienti ad elevato rischio dovrebbe essere considerata una priorità.
L’esame di riferimento, che non dovrebbe mai essere procrastinato e che è fondamentale per individuare una neoplasia polmonare nelle fasi iniziali, è la TAC toracica a basso dosaggio senza mezzo di contrasto. Per i pazienti ad alto rischio, come i fumatori accaniti e coloro che sono stati esposti a fattori di rischio noti, con un’età superiore ai 50 anni, è fortemente raccomandato sottoporsi a questo esame diagnostico ogni due anni.