Articolo del 25/09/2023
I miglioramenti che hanno contribuito a potenziare l’efficacia dell’uso della risonanza magnetica (RM) nell’analisi della prostata includono l’adozione di magneti ad alta intensità di campo magnetico, eliminando così la necessità delle bobine endorettali.
Questa evoluzione ha condotto alla creazione della risonanza multiparametrica della prostata. Grazie ai progressi tecnologici, questa metodologia ha notevolmente potenziato la capacità di rilevare e caratterizzare le lesioni tumorali presenti nella prostata.
Ne parliamo con il dott. Vallati, medico radiologo in Arsbiomedica.
A cosa serve?
La Risonanza Magnetica Multiparametrica, grazie alla sua elevata capacità diagnostica, è utilizzata principalmente per:
- Esaminare lo stato della ghiandola prostatica in individui con livelli elevati di PSA (Prostate-Specific Antigen) prima di considerare procedure invasive come le biopsie.
- Seguire da vicino i pazienti con PSA elevato, anche se le biopsie non hanno rivelato segni di tumore.
- Se le biopsie risultano positive, localizzare con precisione le aree tumorali per la pianificazione dell’intervento chirurgico e la decisione sulle parti del plesso prostatico da conservare.
- Sorvegliare i pazienti in attesa che presentino tumori prostatici a crescita lenta.
- Valutare l’estensione delle lesioni tumorali per orientare la scelta del trattamento nei pazienti con tumori prostatici.
- Identificare ricadute potenziali nei pazienti che hanno precedentemente ricevuto trattamenti chirurgici, farmacologici o radioterapia e che mostrano un aumento nei livelli di PSA.
In sostanza, la Risonanza Magnetica Multiparametrica rappresenta un esame essenziale per determinare l’eventuale diffusione delle lesioni tumorali nella prostata. Oltre a svolgere un ruolo fondamentale nella diagnosi, consente anche di evitare, quando possibile, la prostatectomia radicale, ossia l’asportazione completa della prostata, preservando le parti sane e rimuovendo solo quelle interessate dal tumore.
Come devo prepararmi?
A differenza di altri tipi di risonanza magnetica, la risonanza multiparametrica della prostata richiede una preparazione più dettagliata. In genere, è consigliata l’astinenza dai rapporti sessuali per un paio di giorni prima dell’esame e l’uso di un clistere di glicerina per pulire l’intestino nella mattina stessa della risonanza. Queste precauzioni sono necessarie per ottenere immagini più chiare, considerando la vicinanza della prostata all’intestino.
Nel caso in cui sia previsto l’uso di un mezzo di contrasto, è essenziale presentarsi per l’esame a stomaco vuoto, dopo almeno sei ore di digiuno. Inoltre, è importante sottoporsi a analisi del sangue per valutare i livelli epatici e renali. Le persone con insufficienza renale, diabete, allergie o altre condizioni mediche dovrebbero discuterne con il medico. Allo stesso modo, se si dispone di clip metalliche, pacemaker o altri dispositivi medici con parti metalliche che potrebbero interagire con il magnete, è fondamentale segnalarlo prima di sottoporsi alla risonanza.
Risonanza magnetica e biopsie
Il rapporto tra la Risonanza Magnetica Multiparametrica della prostata e la biopsia può portare a risultati ottimali grazie all’utilizzo di tecnologie avanzate e a un approccio che integra diverse tecniche diagnostiche. Quando sorge il sospetto di una possibile neoplasia prostatica, l’approccio diagnostico può combinare l’esecuzione della risonanza multiparametrica con l’ecografia endorettale e quindi utilizzare la biopsia prostatica di fusione o biopsia di fusione. L’accoppiamento delle immagini fornite dalla risonanza con quelle generate dall’ecografia, che chiaramente individuano le zone dei tessuti in cui si sospettano processi tumorali in atto, consente di effettuare prelievi mirati.