Articolo del 07/10/2024
Quando sentiamo parlare di prevenzione pensiamo immediatamente alla prevenzione oncologica. Ma per quanto riguarda l’urologia dobbiamo pensare anche alla prevenzione legata alla fertilità. Infatti un tempo si pensava che nelle coppie infertili la problematica fosse esclusivamente femminile, invece non è proprio così.
Quando si parla di prevenzione per l’urologia? Ogni quanto bisognerebbe effettuare i controlli?
Ne parliamo con il Dottor Francesco Barrese, urologo e andrologo della clinica Arsbiomedica
Oggi sappiamo che nel 50% dei casi il problema è maschile, quindi è fondamentale andare a ricercare tutte quelle che sono le problematiche che riguardano anche l’uomo e quindi anche quelle che possono essere le patologie dell’adolescenza che poi possano portare ai problemi di fertilità.
La prevenzione soprattutto è fondamentale perché ci permette comunque di diagnosticare le patologie in una fase precoce.
Prima di tutto è il varicocele, un problema che spesso viene riscontrato se non in una fase avanzata cioè quando i pazienti hanno già il problema, hanno già problemi di fertilità e quindi anche un’eventuale correzione potrebbe non garantire i risultati che invece si avrebbero durante la adolescenza.
Per questo è bene effettuare gli esami urologici. Ma quando?
Gli uomini generalmente dopo i 15 anni, quando abbandonano il pediatra e non vengono più visti da nessun medico di riferimento, gli uomini dovrebbero effettuare una visita urologica tutta la vita.
Perché la prevenzione è fondamentale?
Per esempio, per quanto riguarda il tumore del testicolo, la neoplasia più frequente nei giovani, è un tumore che si sviluppa prevalentemente tra i 15 e i 40 anni. Quindi è fondamentale essere diagnosticato in una fase precoce ed è fondamentale insegnare ai ragazzi come prevenire anche questo mediante l’autopalpazione cioè piccole masse tumorali, le riesci a riscontrare soltanto mediante l’autopalpazione in una fase iniziale e questo farebbe in modo da risolvere definitivamente la problematica con un semplice intervento chirurgico che risolverebbe il problema.
Stesso discorso riguarda poi la prostata per esempio. Ugualmente la prostata è un organo che deve essere controllato negli uomini dopo i 50 anni. Fondamentali sono le visite periodiche e soprattutto il dosaggio del PSA.
Cos’è Il PSA?
Il PSA è una glicoproteina, non deve essere considerato un marcatore tumorale in senso stretto, ma un marcatore di patologia prostatica. La funzione di questa glicoproteina è quella di rendere liquido il coagulo spermatico, può aumentare in tutte quelle condizioni in cui la prostata è sofferente, quindi ipertrofia prostatica benigna, la prostatite e il tumore prostatico. Non deve essere autogestito come spesso accade dai pazienti, perché se consideriamo normale un PSA che è nel range di normalità, spesso possiamo cadere in un errore.
Infatti il PSA deve essere valutato sulla base di quella che è la crescita annuale, si è visto che un aumento del PSA di 0,75 nanogrammi all’anno può essere sospetto di tumore della prostata, e deve essere anche valutato sulla base di quelle che sono le dimensioni della prostata. Un alto valore del PSA in una prostata piccola è sospetto per neoplasia prostata.
Tutto questo è fondamentale che venga integrato però con la visita urologica, e in particolare con l’esplorazione rettale.
Perché gli uomini hanno paura della visita urologica?
Da sempre nell’immaginario maschile la visita urologica è un qualcosa che deve essere evitato, questo perché comunque da un punto di vista culturale l’esplorazione rettale è considerato un atto di sottomissione nei confronti di un altro medico e per molti uomini questo può essere un problema.
Nella mia esperienza ho visto cambiare radicalmente questo atteggiamento, e negli anni c’è stato un miglioramento in questo senso, vedo i giovani più disposti a fare prevenzione, proprio perché comunque capiscono che la prevenzione può migliorare la qualità delle loro vita, ma in particolare l’aspettativa di molte malattie. Fondamentale è cercare sempre di mettere a proprio agio il paziente durante la prima visita, stabilendo un rapporto empatico col paziente, cercare di entrare in sintonia con lui, ma soprattutto nel momento proprio della visita fare in modo che possa rilassarsi il più possibile e non provocare assolutamente dolore durante l’esplorazione, perché poi è quello che genera paura e nella maggioranza dei casi allontana il paziente dai successivi controlli.
Perché consiglia di effettuare i controlli qui in Arsbiomedica?
In Ars Biomedica ormai da diversi anni è la clinica dove opero e visito i miei pazienti.
Abbiamo le più alte tecnologie, sia per quanto riguarda la diagnostica, quindi TAC e risonanza magnetica di ultima generazione, che ci permettono di avere una diagnosi delle malattie in una fase molto precoce e soprattutto ci dà anche la possibilità di operare con presidi, come ad esempio il robot, che ci permettono di effettuare interventi di alta specialità. Questo chiaramente garantisce ai pazienti uno standard qualitativo di alto livello, e chiaramente dà la possibilità a noi medici di poter risolvere, nella grande maggioranza dei casi, tutte le problematiche che loro ci portano.